Altro nuovo arrivo in casa Rucker Sanve: Devil Medizza

Altro nuovo arrivo su sponda Rucker Sanve: Devil Medizza, pivot di 198 cm, nato nel 1990. Pur non essendo dotato di tanti centimetri è un centro a tutti gli effetti: buon rimbalzista e una vera furia dentro l’area. Triestino, di scuola Servolana, in questi ultimi anni ha sempre partecipato a campionati di serie B: la stagione scorsa a Catanzaro ha chiuso con 10 punti e 8 rimbalzi di media a partita e con percentuali del 59% da 2 punti e 50% ai liberi. Giocatore di peso e di sostanza, che difensivamente occupa bene l’area mentre in attacco dimostra grande altruismo. Insomma uno che gioca con e per la squadra. Andiamo a conoscere qualcosa in più su di lui.
– Come ti definiresti dal punto di vista tecnico?
L’energia che metto in campo è la mia caratteristica principale: non ho i centimetri del classico lungo d’area per cui baso il mio gioco più sul fisico e sulla posizione in campo. In attacco gioco con la squadra e difficilmente cerco la soluzione personale: non sono assolutamente interessato al mio tabellino e trovo maggiore soddisfazione nel passare la palla, con la speranza che il passaggio si trasformi statisticamente in un assist. Sono convinto che in attacco si debba sempre giocare per trovare la soluzione di tiro migliore.
– Hai girato molto l’Italia e hai praticamente sempre giocato in serie B. Arrivi a San Vendemiano e giocherai la C Gold: ciò ti crea qualche perplessità e cosa in particolare ti ha fatto accettare la proposta?
Guarda, non ne faccio assolutamente una questione di categoria. Ho sempre giocato in serie B e non nascondo che mi sarebbe piaciuto avere l’opportunità di provare anche la serie A. Detto questo, nelle varie società dove ho giocato mi sono tolto soddisfazioni e non ho mai avuto problemi di ambientamento, sportivamente e tecnicamente parlando. Se poi vogliamo fare un discorso più ampio aggiungo un mio pensiero personale: in questi anni il livello della serie B è rimasto piuttosto buono e comunque costante, mentre, in base alla mia esperienza, non si può dire lo stesso sulle capacità organizzative delle società sportive. A mio modo di vedere il livello, in particolare al sud, si è abbassato: quello che contesto è soprattutto il fatto che i giocatori non vengano messi nelle condizioni di lavorare come dovrebbero e questo alla fine non dà l’opportunità all’atleta di crescere e di migliorare. Questa è una cosa fondamentale per un giocatore che voglia praticare questo sport e togliersi delle soddisfazioni: la categoria va posta in secondo piano.
Non ho nessuna perplessità nel giocare la C gold con la Rucker Sanve e te lo posso anche motivare. Anzitutto il livello del girone del Triveneto è molto alto: ci sono una mezza dozzina di squadre che si sono ben strutturate e che possono dire la loro per l’obiettivo finale. Qualcuna ha già dimostrato la passata stagione il suo valore e per il prossimo campionato si è ulteriormente rinforzata: insomma per tutti ci sarà da soffrire ma allo stesso tempo vuol dire che ci divertiremo, sia in campo che sugli spalti. A parte questi aspetti, che non considero certo dettagli, ho accettato la proposta della Rucker Sanve perché dai colloqui con la dirigenza ho percepito fin da subito la competenza e la serietà delle persone che avevo di fronte: sono convinto di essere approdato in una società sportiva ben strutturata, che ha progetti ed obiettivi ambiziosi e, soprattutto, li vuole perseguire con determinazione ma mantenendo sempre ben saldi i piedi per terra. Questa è la prima impressione che ho avuto ed è stata di certo positiva.
– Una curiosità, se posso: da dove arriva il nome Devil?
E’ una scelta di mia madre, che voleva un nome che iniziasse con la lettera D ma che allo stesso tempo fosse un po’ particolare. Lo è senza dubbio, visto il significato della parola: devo anche riconoscere che in alcune occasioni, sportive o meno, ho la sensazione di ritrovarmi nella traduzione letterale. D’altra parte, non so se questo nome abbia influenzato l’idea che qualcuno si è fatto di me: a livello sportivo di certo non sono amato dagli avversari ma vi posso assicurare che il mio gioco non è mai sporco. Visto che il fisico ce lo metto, magari lo possiamo definire duro ma, per fare un semplice esempio, non ho ricordi di aver mai tirato la maglietta di un avversario in area.
– Dei compagni e dell’allenatore che troverai al raduno sai già qualcosa?
Per quanto riguarda i giocatori gli unici che ho incrociato come avversari sui campi sono Marco Mossi e Andrea Muner con il quale, visto che siamo della stessa classe, ho avuto modo di “battagliare” durante il percorso giovanile. L’allenatore Mian lo conosco solamente per quanto ha fatto nel passato come giocatore di ottimo livello, in particolare tra le fila della grande Benetton. Non è molto ma sono considerazioni che mi portano a San Vendemiano con tanta curiosità, di conoscere i compagni di ventura e anche tutto l’ambiente.
Ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato e siamo felici che dal tuo primo contatto con la nostra realtà sportiva ne sia derivata un’impressione positiva. Possiamo solo aggiungere che troverai certamente un clima ideale per giocare a pallacanestro.
Chiudiamo con una richiesta che potrebbe rappresentare il desiderio dei tuoi prossimi tifosi. Riprendendo il testo di una canzone del buon Sugar Fornaciari: “Devil, accendi un diavolo in noi!”.