Presentiamo il nuovo Coach della prima squadra: Marco Mian!

Era nell’aria da un po’ di tempo ma ora arriva la conferma ufficiale della Rucker Sanve: Marco Mian sarà l’allenatore della prima squadra per la stagione 2017-2018. Per l’ambiente è una figura già ben conosciuta, sia per il suo passato che per il suo ruolo, occupato nella stagione scorsa, di responsabile del settore giovanile del One Team Benetton Rucker Sanve. Andiamo comunque a scambiare con lui due parole per conoscerlo meglio.
Intanto, benvenuto nella famiglia del basket con il cuore. Per noi è diventata un’espressione ormai abituale ma anche tu avrai modo di scoprire che rappresenta per tanti aspetti la realtà. Parliamo un po’ del tuo passato: forse non tutti sanno che nel tuo palmares da giocatore c’è un Campionato Italiano e una Coppa Italia vinti con la Benetton. Erano gli inizi degli anni ’90 e come compagni di squadra avevi personaggi come Vinny Del Negro e Toni Kukoc, tanto per fare un paio di nomi: come hai vissuto quel periodo e cosa ti è rimasto di quella esperienza.
Guarda, evidentemente ho dei ricordi bellissimi: se togliamo la finale della Coppa dei Campioni 1992-1993 persa ad Atene, è stato un periodo fantastico, sia sportivamente che umanamente parlando. Ho avuto la fortuna di avere compagni di squadra che mi hanno insegnato molto tecnicamente ma soprattutto ho vissuto emozioni che sono difficili da raccontare o da spiegare ad altri. Mi considero fortunato per essere stato parte di un gruppo che in quegli anni ha rappresentato il meglio del basket nazionale ed europeo; orgoglioso di aver condiviso grande pallacanestro con atleti che in alcuni casi hanno poi fatto la storia del basket NBA.
Dopo gli anni a Treviso, hai fatto due stagioni a Torino e poi hai chiuso la tua carriera da giocatore a Siena. Avevi soltanto poco più di 26 anni: come mai hai appeso così presto le scarpe al chiodo.
Non avevo alcun problema fisico e la voglia di giocare di certo non mi mancava, ma ho fatto una scelta di vita, privilegiando il lavoro e più in particolare il fatto di rimanere vicino a casa e agli affetti più cari. Nell’immediato il distacco è stato doloroso: poco dopo ho avuto l’opportunità di iniziare ad allenare e da lì è iniziata una nuova vita, sportivamente parlando, che, con tante soddisfazioni, mi ha portato fino ai nostri giorni. Ho lavorato per più di 10 anni in un ambiente e per una società fantastici, guidando uno dei settori giovanili più importanti d’Italia: credo che i risultati ottenuti siano stati ottimi anche se mi rimane il cruccio di non aver mai vinto un titolo nazionale, anche se in più occasioni abbiamo sfiorato l’impresa. Questo comunque non toglie assolutamente niente al valore di quanto abbiamo fatto in tutti questi anni. Ho visto passare tanti giovani e alcuni di loro, con carattere e sacrificio, hanno avuto modo di mettersi in mostra ad alti livelli: questo ha dato un gran senso al mio lavoro. In termini di soddisfazioni ho ricevuto molto da tutti i ragazzi che ho allenato e allo stesso tempo spero di aver trasmesso loro valori, tecnici e non solo.
Cosa in particolare ti ha fatto accettare la proposta di G & G.
Le motivazioni che mi hanno fatto accettare sono principalmente due. In primis, questa è una occasione per iniziare un nuovo percorso sportivo: dopo tanti anni di settore giovanile ho modo di allenare una squadra senior con la possibilità di fare esperienza e magari, perché no, creare le basi e le opportunità per un futuro da allenatore professionistico. Il secondo motivo è quello che mi permette di proseguire nel ruolo di responsabile del settore giovanile: da questo punto di vista lo scopo è quello di formare un movimento dal quale poter attingere giocatori per la prima squadra. Quest’ultimo è un obiettivo naturale di qualsiasi società sportiva, ma è più facile a dirsi che a farsi: per perseguirlo dobbiamo lavorare in un certo modo, creare interesse ed attirare i giovani, non necessariamente quelli potenzialmente più futuribili ma in particolare quelli che hanno voglia di dedicarsi e di mettersi in gioco per cercare di costruire qualcosa d’importante. Sempre in merito al mio arrivo su sponda Rucker Sanve sono molto felice di lavorare con il nuovo direttore sportivo Stefano Arvedi: a parte il fatto che in passato abbiamo avuto modo di giocare anche insieme, con lui c’è grande sintonia e credo che questo sarà molto utile per affrontare al meglio il compito che ci aspetta.
Domanda banale ma dovuta: nell’affrontare questa nuova sfida cosa ti proponi e cosa ti aspetti.
Come detto in precedenza mi propongo anzitutto di continuare il buon lavoro fatto dalla Rucker Sanve in questi anni nel settore giovanile, lavorando per migliorare il movimento e, se possibile, portare a casa risultati e soddisfazioni. Per quanto riguarda invece le mie aspettative mi voglio riferire in particolare alla prima squadra: indipendentemente dal fatto se faremo la serie B o la C gold, mi aspetto anzitutto di avere un gruppo che abbia voglia di sbucciarsi le ginocchia, che si dedichi e sappia soffrire sempre e comunque, con l’obiettivo primario di divertirsi. E’ chiaro che quando arrivano le vittorie sei più felice, ma anche dalle sconfitte puoi uscire soddisfatto, soprattutto se hai dato il massimo e giocato una bella pallacanestro.
Qualcuno ha detto che nel basket l’attacco fa vendere i biglietti mentre la difesa fa vincere le partite: a mio modo di vedere non c’è niente di più vero ed è proprio su questo principio base che vorrei si fondasse la prossima stagione della Rucker Sanve. Per carità, niente di particolarmente innovativo ma, solo per fare un esempio, se una squadra è veramente tale, è cosciente dei propri mezzi e mette in pratica i meccanismi difensivi con determinazione, anche se in attacco sbaglia un tiro o perde un pallone di certo non si abbatte mai, perché è certa che con la fase difensiva potrà rimediare a qualunque precedente errore. Questa è senza dubbio la mia convinzione e spero tanto di riuscire a trasmetterla al gruppo.
Intanto ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato e ti auguriamo con tutto il cuore (biancorosso, bianconero o biancoverde che sia) il meglio per la prossima stagione sportiva. Aspettiamo con curiosità di vedere all’opera la tua squadra sul parquet e siamo certi che l’entusiasmo degli appassionati saprà contagiarvi e caricarvi nel modo giusto.