Serie C: nuovo arrivo alla Rucker Sanve!
La dirigenza Rucker Sanve non sta con le mani in mano e, a poche settimane dalla conclusione della stagione 2014-2015, mette a segno il primo colpo di mercato: approda sulla sponda biancorossa Matteo Varuzza, per gli amici “Varuz”, un play di 192 cm, nato nel 1993 e proveniente dalla Pienne Pordenone. Chi lo conosce per averci giocato insieme ce lo descrive semplicemente come un ragazzo talentuoso e intelligente, qualità che dimostra sia in campo che al di fuori.
Vista la sua disponibilità, andiamo a conoscerlo un po’ meglio con una breve chiacchierata.
Anzitutto ti diamo il benvenuto a San Vendemiano. Raccontaci un po’ di te.
– Grazie. Dal punto di vista cestistico sono nato e cresciuto a Pordenone dove ho svolto tutto il percorso delle giovanili e dove ho giocato le ultime stagioni, tra campionato di DNC e di serie B. Sono un play, non sono un “egoista” ma, al contrario, la mia priorità è quella di far giocare la squadra: non gioco per me stesso ma prediligo l’assist, anche perché non mi considero un buon tiratore. In campo sicuramente non mi risparmio.
Praticamente è la prima volta che lasci l’ambiente del basket di Pordenone: cosa ti ha fatto accettare la proposta della Rucker Sanve e cosa ti aspetti da questa nuova esperienza.
– Evidentemente mi aspetto di far bene. Non conosco bene la realtà sportiva della Rucker Sanve ma le notizie che mi sono arrivate e i risultati ottenuti sul campo in queste ultime due stagioni, mi parlano di una società ambiziosa e in costante crescita. A parte Muner, con il quale ho giocato per 3 stagioni sempre alla Pienne Pordenone, il resto del roster lo conosco solo di fama ma sono certo che non avrò alcun problema ad ambientarmi.
Andar via da Pordenone non è facile: significa lasciarsi alle spalle tanti bei ricordi e soprattutto interrompere belle amicizie, sia dentro che fuori dal campo. Allo stesso tempo non è stato comunque difficile accettare la proposta del Presidente della Rucker Sanve, Antonio Guberti: ho apprezzato molto il progetto sportivo che mi è stato esposto e ho percepito che questa realtà sportiva si è posta obiettivi ambiziosi. Detto sinceramente, anch’io avevo il bisogno e la voglia di cambiare, di provare a rimettermi in gioco in un ambiente e in una squadra nuovi: la proposta Rucker Sanve è arrivata al momento giusto e per una volta l’assist l’ho ricevuto io e prendere la palla al balzo è stato facile.
Dal punto di vista tecnico tu arrivi alla Rucker Sanve per prendere il testimone da un “certo” Michele Gherardini, un giocatore che ha dato un grande contributo e lascia un segno indelebile nella storia della pallacanestro di San Vendemiano. Vista la tua giovane età la cosa ti preoccupa o ti stimola.
– In questo caso la risposta è semplice: non c’è alcun dubbio che raccogliere il testimone sia stimolante. La mia speranza è quella di poter far bene quanto lui, ma la mia certezza e ciò che mi sento di assicurare è che il mio impegno sarà sempre massimo e che metterò a disposizione del coach e della squadra le mie qualità per il raggiungimento degli obiettivi: se poi avrò il tempo e la fortuna di lasciare anch’io un segno in questa società, il più felice sarò senz’altro io.
Un’ultima domanda: hai dichiarato in una intervista passata che “la sublimazione del gioco del basket è l’assist per un tiro facile”. E’ evidente la tua passione per questo sport, ma se dovessi convincere un ragazzino a scegliere la pallacanestro e muovere i primi passi su un parquet, che argomenti useresti.
– Non è facile rispondere. Io da ragazzino ho iniziato con il calcio; per un periodo ho praticato contemporaneamente calcio e pallacanestro per poi capire che mi piaceva di più e mi dava più soddisfazione giocare a basket. Credo sia fondamentale che i ragazzini facciano comunque una attività sportiva. Sono anche convinto che il vantaggio di praticare uno sport di squadra stia nell’aspetto formativo, umanamente parlando: ti insegna a stare in un gruppo, a convivere e a condividere risultati e obiettivi, e ti impone di rispettare le regole che ciò comporta. Soprattutto in età giovanile, sono esperienze che aiutano a crescere e saranno utilissime nella vita adulta.
Se devo proprio dare un consiglio, a un ragazzino direi di provare comunque vari sport, nella speranza di trovare quello in cui riesce meglio o quello nel quale si diverte maggiormente: quest’ultima in fondo credo sia la cosa più importante.
Grazie per il tempo che ci hai dedicato. A nome di tutta la Rucker Sanve ti diamo appuntamento all’inizio della prossima stagione sportiva: per te sarà l’occasione per toccare con mano sia la passione per il basket che si respira a San Vendemiano sia quel calore umano che dirigenza, tifosi e appassionati biancorossi trasmettono.
Dimenticavo: in bocca al lupo per i tuoi studi di Economia e Commercio.