NUOVI ARRIVI ALLA RUCKER SANVE: SI PARTE CON IL BOTTO!
E’ la prima novità in casa biancorossa, ma è di quelle che lasciano il segno e da già un’idea degli obiettivi che, sia staff tecnico sia dirigenza, si pongono per la stagione prossima.
Approda a San Vendemiano Andrea Muner, ala forte di 198 cm., nato nel 1990, proveniente da Pordenone dove ha giocato, tra campionati B dilettanti, DNC e quello appena terminato in DNB, le ultime sette stagioni.
Chi lo conosce per averlo seguito o magari incontrato come avversario parla di un ragazzo con grande prestanza fisica, grazie alla quale riesce ad avere un impatto energico sul gioco, sia in fase difensiva che offensiva; dal punto di vista tecnico non si limita a questo, ma riesce ad essere molto pericoloso fronte a canestro. Per quanto riguarda l’aspetto caratteriale, ha sempre dimostrato una grande propensione al lavoro e di avere, come si dice, la testa sulle spalle. Insomma un giocatore di categoria superiore.
Con le conferme di Voltolina e Carlesso va a completare un trio che, per fisicità, carattere e aggressività (nel senso positivo e sportivo del termine), rappresenta certamente il top nella categoria DNC e darà al coach Volpato garanzia di maggiore peso specifico e continuità nei momenti topici della gara. E poi non dimentichiamo il ritorno di Alberto Bianchini, dopo il lungo stop per infortunio. Il ragazzo, giovane ma con grinta da vendere, risulterà certamente molto utile, con la sua capacità di occupare l’area pitturata e di contrastare a rimbalzo.
Visto che si è reso disponibile ad una chiacchierata, andiamo a conoscere un po’ meglio l’uomo e l’atleta Andrea Muner.
Iniziamo in maniera classica: benvenuto nella famiglia Rucker Sanve.
– Grazie
Pur essendo molto giovane hai già alle spalle una storia di basket: parlaci un po’ di te e di quelle che reputi essere le tue caratteristiche tecniche.
– Dal punto di vista cestistico ho cominciato a muovere i miei primi passi nel Nuovo Basket di Pordenone, dove sono rimasto fino all’età di tredici anni. Ho continuato le giovanili nella Benetton per poi tornare a casa dove ho giocato le ultime sette stagioni. Posso giocare nel ruolo di 4 oppure di 5, non sono tecnicamente un fenomeno ma le mie caratteristiche principali sono la fisicità e la mobilità. Me la cavo piuttosto bene fronte a canestro, probabilmente grazie al fatto che a livello giovanile ho iniziato e sono cresciuto nel ruolo di esterno per deviare poi, con gli anni, verso il ruolo di lungo.
Ho notato che la stagione scorsa nella Pienne Pordenone avevi anche il ruolo di capitano. Visti i tuoi soli 24 anni questo può essere letto in due modi: o la squadra era giovane oppure tu riesci naturalmente a rappresentare un riferimento per la squadra?
– A dire la verità era già la mia terza stagione da capitano; sempre in formazioni composte da giovani ma anche da compagni di sei, sette, a volte dieci anni più grandi. Credo che questo possa essere spiegato con il fatto che ho la capacità, senza presunzione, di farmi voler bene da tutti. Questo è il mio modo di essere e credo che mi abbia sempre aiutato a rapportarmi con gli altri e sono convinto che la cosa sia ancor più importante quanto si pratica agonisticamente uno sport di squadra. Il capitano è una figura importante all’interno del gruppo e il suo ruolo ha delle responsabilità ma in questo caso sono stato avvantaggiato dal fatto di vivere in questa città e di conoscere e di far parte di questa società praticamente da sempre.
Cosa ti ha fatto scegliere il “basket con il cuore”?
– A fine stagione sono stato contattato da 4/5 squadre che, più o meno, conoscevo abbastanza bene. Sin dall’anno precedente, quando avevo avuto i primi contatti con la Rucker Sanve, ero rimasto colpito dal modo di proporsi della dirigenza e più in particolare dalla personalità del presidente Guberti. Quasi da subito ho avuto la sensazione che ci fosse una certa sintonia, una visione comune delle cose, per quanto riguarda il basket ma non solo. Quest’anno la cosa si è confermata e alla fine abbiamo deciso di intraprendere un percorso sportivo insieme. Sinceramente, un altro aspetto non trascurabile mi ha fatto decidere di venire a San Vendemiano: quello logistico. La vicinanza al lavoro e alla casa non sono certo marginali.
Chi e cosa conosci dell’ambiente Rucker Sanve?
– Ho avuto modo di incontrare e di conoscere sportivamente diversi componenti della squadra: dai vari Voltolina, Gherardini, Pin Dal Pos per arrivare allo stesso Carlesso che ho incontrato come avversario già durante la sua militanza a Bassano. Per quanto riguarda la guida tecnica non ci sono dubbi sulle qualità e l’esperienza di coach Volpato: non lo dico certo io, ma quanto ha fatto e dimostrato nelle diverse piazze dove ha allenato è unanimemente riconosciuto.
Dell’ambiente biancorosso in generale non conosco molto ma credo che i risultati di queste ultime stagioni, anche per quanto riguarda il settore giovanile, parlino da soli della costante crescita di una società sportiva che ha l’ambizione di diventare un riferimento sul territorio, guardando allo stesso tempo anche più lontano.
Dopo tanti anni a Pordenone quanto è stato difficile decidere di cambiare?
– Non è stato certo semplice: fin dagli inizi, il mio sogno è sempre stato quello, un giorno, di poter giocare nella prima squadra della mia città. Il tutto si è avverato e le soddisfazioni sono state tante. Non potrò mai dimenticare queste ultime sette stagioni ma a un certo punto le situazioni cambiano, la vita ti propone occasioni nuove e di conseguenza t’impone di fare scelte. Dopo l’ultima stagione in DNB, con allenamenti sette giorni su sette, avevo bisogno di alleggerire il mio impegno anche perché nel frattempo ho trovato un lavoro (visti i tempi direi che è il caso di tenerlo stretto): la Rucker Sanve e coach Volpato mi hanno fatto una proposta e allo stesso tempo mi hanno dato l’opportunità di fare una scelta.
Cosa ti aspetti da questa nuova esperienza?
– Anzitutto mi auguro di poter dare il mio contributo per raggiungere gli obiettivi ambiziosi dei biancorossi. Direi che è troppo presto per fare proclami e poi non è nella mia natura, ma una cosa certamente posso assicurare a tutti i tifosi e in particolare ai miei compagni: io sono pronto a mettermi a disposizione della squadra. Se ho ben interpretato lo spirito della Rucker Sanve, con il mio arrivo penso di essermi aggregato a un gruppo di giocatori di gran qualità, dove però non c’è spazio per le primedonne e dove tutti lavorano e si impegnano al massimo nell’interesse della squadra. Credo che questa caratteristica sia fondamentale se si vogliono raggiungere risultati importanti. Chiaramente il verdetto lo darà il campo ma chi ben inizia è già a metà dell’opera.
Ti ringraziamo per la disponibilità e crediamo che con questa chiacchierata ti sia presentato alla grande al tuo nuovo pubblico. Ora attendiamo di conoscerti dal vivo e soprattutto di vederti sul parquet. Vedrai che il calore dell’ambiente e dei sostenitori biancorossi non ti deluderà anche si immagino non potrà mai farti dimenticare quanto vissuto a Pordenone.
Achille Bastianel